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Welfare Aziendale

Aggiornamento: 10 lug 2023

Se ti occupi di gestione delle Risorse Umane e non ti è chiarissimo cos’è il welfare aziendale, cercherò in modo quanto più semplice possibile, di darti strumenti e risposte ai naturali interrogativi su come creare il piano giusto per raggiungere gli obiettivi che tanto desideri, come la tanto agognata fiducia dei tuoi lavoratori nei confronti dell’azienda, l’aumento e il potenziamento della produttività, attrarre nuovi talenti, migliorare la brand reputation e la work-life integration e aumentare l’engagement dei dipendenti.

Solo il fatto che leggi questo articolo e desideri capire e magari attivare per i tuoi lavoratori un piano welfare su base volontaria, attraverso un regolamento aziendale o in base al Contratto Collettivo Nazionale al quale la tua azienda ha aderito, è già un ottimo punto di partenza.

A seconda della fonte di welfare, volontario, regolamento aziendale o CCNL, ti spiego cos’è e come si usa il welfare contrattuale, la conversione del Premio di Risultato in welfare, il welfare individuale, il welfare premiale e il welfare volontario.

Con parole semplici ti spiego i 5 punti appena elencati.

Il welfare contrattuale è costituito dai beni e dai servizi erogati a favore dei dipendenti in base alle disposizioni del Contratto Collettivo Nazionale applicato dall’azienda.

Generalmente le parti sociali o OO.SS., datori di lavoro e lavoratori, concordano un importo, in servizi, da spendere per il bene dei propri lavoratori.

Il Premio di Risultato è la quota aggiuntiva alla retribuzione riconosciuta ai dipendenti che raggiungono determinati obiettivi e può essere convertito in welfare a determinate condizioni:

· deve essere espressamente indicato nel Contratto Collettivo Nazionale al quale l’azienda ha aderito;

· il dipendente deve accettare la conversione del Premio in servizi welfare nella loro interezza o in parte.

Se si decide di convertire il premio in prestazioni/servizi welfare, il premio non è soggetto a tassazione né per il dipendente, né per l’azienda, purché l’importo del premio non superi la somma di 3.000,00 euro lordi e la retribuzione del dipendente nell’anno precedente, non abbia ecceduto l’importo di 80.000,00 euro.

Questi limiti possono essere superati se il lavoratore non sceglie forme di welfare quali l’assistenza sanitaria integrativa e la previdenza complementare.

Poi c’è il welfare individuale, con il quale si ha la possibilità di riconoscere ai singoli lavoratori tre tipologie di beni e di servizi di welfare come il Fringe benefit (nel limite annuo di 258,23 euro), la Previdenza complementare (nel limite annuo di 5.164,57 euro) e da ultimo gli Interessi su mutui e finanziamenti (senza limite annuo).

Nel caso del welfare premiale, l’azienda offre beni, servizi o prestazioni welfare a tutti o a specifiche categorie di lavoratori in aggiunta alla normale retribuzione attraverso un regolamento aziendale che deve essere reso noto a tutti i lavoratori e che è vincolante per l’azienda per tutta la sua durata che suggeriamo sia rivisto di anno in anno.

Questo tipo di welfare è sì premiale ma non è legato alla performance dei dipendenti; al conseguimento di risultati positivi come meglio chiarisce la Circolare dell’Agenzia delle Entrate n.55 del 25.09.2020.

il quinto welfare è quello volontario; cioè quello che l’azienda realizza con un piano di welfare indipendentemente dal CCNL. Crea un regolamento aziendale attraverso l’erogazione di servizi, beni o prestazioni che rientrano nelle categorie previste dall’articolo 100 Testo Unico Imposte sui Redditi (TIUR) quali, le spese per specifiche finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o religiosa.

La domanda che ti farai ora è: “quindi? Ora come si procede?”

La prima cosa da fare, per creare un buon piano di welfare, è quella di capire quali sono i reali bisogni dei lavoratori.

Per fare questo è opportuno stabilire un incontro con i lavoratori, spiegare loro cosa si desidera fare, tu devi riassumere le idee e cercare di soddisfare quanto più possibile i desideri di ognuno di loro. Tutto questo per fargli comprendere che è un vero servizio di welfare aziendale, realmente premiante.

Non dimenticare i costi, non solo del welfare ma anche quelli di gestione, dell’eventuale piattaforma a supporto, il monitoraggio periodico degli obiettivi che si desidera raggiungere che devono essere concreti e misurabili, offrendo ai dipendenti beni e servizi di cui hanno realmente bisogno.

A titolo esemplificativo e non esaustivo potresti mettere in campo servizi come i buoni pasto, le polizze di assicurazione, i servizi di assistenza familiare di babysitteraggio, le badanti o le colf, viaggi vacanza, assistenza medico sanitaria, cultura, educazione e formazione, sport e trasporto pubblico.



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